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Feb 15, 2020

Una chiacchierata con Daniele Barca, dirigente dell’IC3 di Modena

Tra i tanti progetti di inclusione avviati nella sua scuola, qual è il punto di forza del progetto 200 giorni?

Il progetto 200 giorni si rivolge ai bimbi nello spettro dell’autismo e mira a creare una rete di relazioni, avvalendosi dell’utilizzo di supporti  digitali.

Vengono infatti dotate di un tablet tutte le persone che seguono il bimbo: questo è importante sia per avere a disposizione app specifiche utili per il suo apprendimento, ma soprattutto per creare una rete fra le persone coinvolte e catalizzare ciò che si fa a casa e a scuola.

Il supporto digitale diviene quindi lo strumento migliore possibile attraverso il quale un bambino può realizzare una sorta di diario di bordo e raccontare ciò che fa.

 Il progetto ora si chiama 200 giorni, ma all’inizio aveva un altro nome: 100 giorni. La metà. Il progetto doveva infatti durare solo metà dell’anno, poi siamo riusciti, con soddisfazione, ad estenderlo per l’intera durata dell’anno scolastico.

Tra le risorse proposte sui tablet del progetto non mancano “I libri per tutti”!

Che idea ha di lettura accessibile, in contesto scolastico?

Io credo che sia necessario mettere a disposizione strumenti che permettano di rendere la lettura patrimonio di tutti.

È vero che avere app su un tablet può trasformare il supporto digitale in un oggetto personale, ma il dato oggettivo è che, all’interno di un’esperienza di lettura ad alta voce, non è facile coinvolgere bimbi con difficoltà.

Se invece c’è un aiuto, dato ad esempio dal supporto tecnologico con una certa app, allora la lettura diventa veramente inclusiva. E questo è ciò che realmente conta e fa la differenza.

La biblioteca dell'Istituto Mattarella; ci racconti il progetto

Una grande risorsa della biblioteca è sicuramente il prestito digitale, un’enorme ricchezza per la disponibilità di testi. Quello su cui vorrei porre l’attenzione, soprattutto, è l’abbonamento attivo all’edicola digitale.

Gli insegnanti hanno a disposizione tutti i giornali, dove per tutti intendo anche quelli stranieri. Questi strumenti sono preziosissimi nelle nostre classi!

Come si possono utilizzare con efficacia libri digitali? 

Io credo che progetti come “I libri per tutti”, l’esperienza dei 200 giorni, contengano la risposta. 

I libri digitali ampliano le possibilità di inclusione: se penso a una classe, ad esempio, posso fare l’esempio di uno schermo grande attorno cui è possibile riunire e far partecipare davvero tutti gli alunni.

In una scuola dell’infanzia, in particolare modo, lavoriamo con questo grosso schermo: uno strumento bellissimo, interamente touch screen, con una cornice di legno, che abbiamo posizionato all’altezza dei bimbi. Funziona senza elettricità, quindi lo possiamo spostare di aula in aula, ed è così bello, anche grazie alla cornice, da sembrare un oggetto quasi artigianale.

Quello che è certo è che è davvero utile: sia per i bimbi con difficoltà, che per il recupero di studenti stranieri che faticano di più.

Che cosa si aspetta dalla sperimentazione de “I libri per tutti”, libri in simboli digitali?  

“I libri per tutti” per me significano una prospettiva di futuro in cui tutti possono partecipare alla lettura e nessuno possa più sentirsi escluso dalle storie.

Quello che mi piacerebbe è la possibilità di una strumentazione per avere ancora più libri, una sorta di moltiplicazione di pezzi, che possa renderne più facile la realizzazione. Sentiamo l’esigenza di una biblioteca sempre più ricca di questi preziosi testi e c’è da dire che, nel lavoro di classe, la possibilità di riuscire a realizzare un proprio libro sarebbe una vera soddisfazione!